Nel 2009 la giovane impresa Moritz Grossmann per il suo primo modello, di cui aveva previsto un migliaio di esemplari, aveva scelto il nome Benu, simbolo della divinità egizia, che rappresentava la rinascita del marchio orologiero della Sassonia. Dopo cinque anni il sogno di Christine Hutter (nella foto a lato) è diventato realtà; la fabbrica, perfettamente attrezzata e con una quarantina di addetti, entra nel ristretto numero delle Manifatture.
Per la Grossmann Uhren GmbH, che potremmo anche definire “nuova e vecchia” per la modernità delle strutture e la continuità nella tradizione, il 2013 è l’anno di inizio. In giugno, con un incontro internazionale (soloPolso era l’unica testata italiana presente) è stato inaugurato ufficialmente a Glashütte il nuovo stabilimento, che sembra una nave adagiata sul fianco della montagna. Anche in questo caso ci si è riallacciati alla storia dell’orologeria di Glashütte. Su quel terreno nel XIX secolo c’era la fabrica UROFA (UhrenRohwerkeFabrik), che produceva ébauches per diverse imprese della Sassonia. Lo spazio disponibile, una stretta lingua di terra tra fiume e montagna, ha suggerito allo studio di architettura Flender&Drobig di Postdam, la slanciata costruzione a tre piani; i suoi 3.000 mq hanno già previsto gli spazi necessari agli ampliamenti. Se nello scorso febbraio il team operativo era di circa 25 persone, oggi si è arrivati a 39 e il raddoppio è nei programmi.
Forti del successo ottenuto con il primo modello, anche per la seconda collezione di orologi Moritz Grossmann, è stata impiegata la stessa cassa del Benu, dalla forte personalità, ma allo stesso tempo elegantemente sottile, che diventa così caratteristica di un design inconfondibile, come lo è quello delle lancette realizzate in-house. La cassa rotonda, ø mm 41, è in oro bianco o rosa.
Ancora una volta c’è stato un riferimento alla mitologia egizia: la collezione si chiama Atum, nome di una divinità che simboleggia la materia. Il movimento di Manifattura è il Calibro 100.1.
Oltre al modello tre sfere, gli appassionati della bella orologeria possono scegliere il Benu riserva di carica con indicazione a fascia trasversale, come nei tachimetri delle auto degli anni ‘60 per la riserva della benzina. Nuovo, nel Calibro 100.2, il meccanismo di impostazione/regolazione dell’ora. Con questa inedita variante, basta estrarre leggermente la corona per disaccoppiare temporaneamente il bilanciere; poi, una volta regolato l’orologio, premendo un pulsante posto al 4, un sistema a leve ricongiunge e riattiva la marcia del movimento. In questo modo la messa all’ora è perfetta.
Moritz Grossmann, il geniale maestro orologiaio nato a Dresda nel 1826, ne sarebbe molto orgoglioso. Di famiglia modesta insegnava nella locale Scuola Tecnica. Amava viaggiare – si recò in Inghilterra, Francia, Svizzera, Svezia e Danimarca – conosceva bene l’inglese, il francese e l’italiano. Per specializzarsi in orologeria visse a Monaco e a La Chaux-de-Fonds, tornando nel 1854 a Dresda dove riallacciò la sua amicizia con Ferdinand Adolph A.Lange, che lo convinse a trasferirsi a Glashütte. Scrittore di libri tecnici, collaboratore di riviste era anche cittadino solerte, fondò la locale compagnia dei Vigili del Fuoco e più tardi la Scuola tedesca di orologeria a Glashütte, di cui fu direttore. Nel 1865 vinse un concorso indetto dal British Horological Institute di Londra presentando uno studio sullo scappamento. Morì nel 1885 a Lipsia, dove si era recato per un convegno sull’adozione dell’Ora Universale.
Tornando ai giorni nostri però, fra tutte le novità la più bella, sotto ogni punto di vista, resta la CEO Christine Hutter, una donna in carriera, che dalla gavetta di un piccolo orologiaio di Monaco di Baviera, passando poi per il Marketing e la Vendita di Marchi come Glashütte Original o A. Lange & Söhne, ha potuto, infine, con un gruppo di investitori svizzeri appassionati dell’alta orologeria e con il supporto del governo della Sassonia, regalare al mondo delle lancette una grande storia. Non solo da raccontare, ma anche da ammirare.
Il nuovo e assai coeso team ha ricreato nella Moritz Grossmann l’atmosfera che un tempo regnava nelle aziende familiari e siamo sicuri che darà filo da torcere non solo ai concittadini orologieri, ma anche a marchi al di fuori delle Montagne Metallifere della Sassonia. (Attilio S.Lorenzo)