La Cina è molto importante per la bella orologeria. I grandi Marchi aprono boutique negli alberghi o nei quartieri più esclusivi. L’economia ha mostrato un certo rallentamento, ma Watch&Wonders di Hong Kong è stato un piccolo SIHH ginevrino che ha accolto 16.000 visitatori.
E che tra questi, a fianco dei negozianti, ci fossero potenziali futuri clienti le Maison lo hanno capito benissimo; non per nulla hanno scelto proprio questo evento per presentare novità che non abbiamo visto a gennaio, che forse non vedremo nemmeno al SIHH 2014, non tanto perché il Salone ginevrino è riservato alle novità, quanto perché potrebbero essere state tutte assegnate ai concessionari asiatici. A Hong Kong inoltre, a sottolineare i legami con la Cina, erano presenti anche tutti i CEO delle Marche espositrici. E le aste che vi organizza Antiquorum sono sempre più ricche.
D’altro canto sin da quando era il Celeste Impero, questa nazione è sempre stata legata all’orologeria svizzera; lo sanno bene, fra gli altri, Patek Phiippe o Bovet. I ricchi Mandarini erano solitI acquistare due Tasca per essere sicuri che, dovendo mandarli in Europa per eventuali riparazioni, non sarebbero rimasti senza l’orologio preferito. Molti erano identici, altri avevano decorazioni o dipinti speculari, un dettaglio che, in pubblico, mostrava come il proprietario permettendosi due orologi di quel genere fosse più che danaroso.
Torniamo al presente, anzi a domani, sabato 26 ottobre quando Antiquorum a Hong Kong batterà, al Mandarin Oriental Hotel, quasi 250 orologi di ogni epoca. Fra loro alcuni rari (o unici) Patek Philippe, realizzati su precise richieste dell’acquirente.
Qui li vediamo con 24 ore di anticipo, anche perché ben pochi possono pensare di partecipare a un’asta di Patek Philippe, visti i prezzi ai quali sono arrivati.
Star della giornata la Referenza 3939, lotto 246, nella foto sopra. Venduto nello scorso gennaio è un tourbillon ripetizione minuti in oro rosa con certificato COSC di cronometro e uno speciale quadrante brown con indici in oro rosa e il 12 rosso, così come sono rosse le cuciture del cinturino. Vista la sua importanza è l’ultimo modello nel catalogo dell’asta, ma qui ho preferito metterlo per primo.
Altrettanto interessante il lotto 245, la Referenza 5014P, un automatico, ripetizione minuti, calendario perpetuo (mese, quadriennio, fasi di luna) e data a retrograde, con la cassa in platino e il movimento scheletrato.
Sempre di Patek Philippe, nella foto sopra, due automatici Celestial. Il lotto 237, con datario, è la Referenza 6104G in oro bianco con 22 diamanti baguette sulla lunetta ed è stato realizzato nel 2011. Sul quadrante oltre a indicare il tempo solare medio, tre dischi in vetro zaffiro sovrapposti (lo spessore di ognuno è 2/10 di mm) mostrano la mappa celeste dell’emisfero boreale, l’ora del passaggio di Sirio e quella della luna; un’ellissi d’oro delimita il cielo di Ginevra e delle altre città sullo stesso meridiano, mostrando le fasi delle luna e l’apparente movimento delle stelle come lo vediamo nella realtà. Il Celestial lotto 102 invece è la Referenza 5102 in platino e oro rosa con lunetta liscia, senza data; il movimento è identico a quello della Referenza 6014G.
Infine il lotto 236: un Patek Phiippe Calatrava Referenza 3796, foto sopra, con quadrante particolare (se ne conoscono solo dieci esemplari) realizzato nel 1988; questo fu venduto nel gennaio 1989 a Giorgio Seragnoli di Bologna per il suo anniversario.