Le automobili Bugatti e gli orologi Parmigiani hanno origini italiane.
Ettore Bugatti nacque a Milano nel 1881, il padre era un artista decoratore che lavorò anche in Alsazia, a Molsheim, dove il figlio, nel 1909, fondò una fabbrica di automobili, registrando anche numerosi brevetti.
Michel Parmigiani, di famiglia lombarda ed esperto restauratore di orologi antichi, fondò la sua impresa a Fleurier negli anni ’70.
Le Bugatti negli anni Venti erano fra le più lussuose vetture esistenti e sotto il profilo agonistico partecipavano a gare importanti; vinsero diverse edizioni della Targa Florio e il Campionato del Mondo Grand Prix nel 1926 . Vicissitudini familiari e accuse di collaborazionismo portarono però l’azienda al fallimento dopo la seconda guerra mondiale. Il marchio fu acquistato dalla Hispano e nel 1987 dall’italiano Romano Artioli. La terza vita della nuova vettura con telaio in fibra di carbonio e un prezzo notevole (un miliardo di lire) non durò a lungo, nel 1995 arrivò il fallimento. Nuova proprietà, prima con Dauer Racing GmbH e poi dal 1998, con Volkswagen, che ha presentato le EB del terzo millennio.
Tra i grandi collezionisti di auto d’epoca e in particolare delle Bugatti, c’è Ralph Lauren, che nel 2011 al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, ha esposto all’Art de l’Automobile il meglio della sua collezione, compresa la Bugatti 1938 fotografata da M. Furman (in basso a destra nella foto). Io ricordo diverse Bugatti alla Mille Miglia storica e una, nel classico blu cielo, durante Italia Classica in Sicilia: la guidava una coppia tedesca, che era seguita da due meccanici su una Audi attrezzata a officina. La vecchia signora era del 1928 e pur presentandosi baldanzosamente a ogni partenza, qualche volta durante il percorso si fermava…
La direzione della nuova Bugatti nei primi anni Duemila scelse il maestro orologiaio Michel Parmigiani per realizzare un orologio adeguato all’esclusività delle vetture. Michel Parmigiani, che ottenendo il diploma di maestro orologiaio aveva optato per la cittadinanza svizzera, era l’uomo adatto e l’orologio ideato fece scalpore per la struttura del tutto inedita del suo movimento, il Calibro Fleurier 370 ideato e realizzato nella Manifattura Parmigiani.
Presentato in prima mondiale a Milano nel 2004, questo modello ricorda un blocco motore che al polso indica l’ora; ha 5 platine tenute da tiranti e colonnine su un asse trasversale, due bariletti in serie e 10 giorni di carica; i suoi componenti sono protetti da sei vetri zaffiro con speciale bombatura; il quadrante di tipo tradizionale è posto verticalmente su un lato. Le ruote sono state disegnate come il cerchione doppio delle auto, ideato da Bugatti e al posto delle viti sono stati impiegati microdadi; quattro silent-block proteggono il Calibro 370 da urti e sollecitazioni, la cassa è in oro bianco.
Il Bugatti Type 370 ha dato vita a una esclusiva famiglia in edizioni limitate e nello scorso ottobre è arrivato un terzo orologio, il Bugatti Vitesse per la Cabrio Veyron Grand Sport Vitessse, nata a Molsheim e presentata al Salone dell’Auto di Ginevra nel 2012. La cassa in titanio ha una linea che ricorda i caschi dei velocisti e la Bugatti 1938, oggi di proprietà di Ralph Lauren.
Anche in questo modello sei vetri zaffiro consentono di ammirare il Calibro PF372 a carica manuale e con autonomia di 10 giorni, che si sviluppa su due piani (spontaneo pensare al Duoplan di Movado) montato su un asse verticale. Il quadrante ovale, inclinato, per facilitare la lettura durante la guida, è realizzato in Texalium (fibre di vetro coperte da alluminio); la carica è manuale; due i bariletti, le funzioni si attivano premendo la corona dinamometrica in oro bianco che incastona una corniola.